COVID 19 – Cosa fare

INTRODUZIONE

Dal mese di febbraio del 2020 in tutto il mondo è comparso un virus molto contagioso che dà gravi problemi di salute a chi viene colpito: è il “corona virus”, o anche detto COVID 19.

L’Italia e tutti i paesi europei sono stati colpiti ed il virus si è diffuso largamente, per cui questa situazione viene chiamata “Pandemia COVID 19”

Da febbraio 2020 tutti i governi ed i responsabili sanitari, hanno stabilito delle regole e delle restrizioni ai loro cittadini per contenere i contagi.

Oggi dopo 14 mesi dalla scoperta di questo virus, ed un susseguirsi di regole, restrizioni sugli spostamenti, obblighi di misure di contenimento del contagio e controlli, ci troviamo in una situazione certamente migliore rispetto ad un anno fa, ma i contagi e gli ammalati continuano ad esserci.

Come mai, nonostante tutti i provvedimenti presi, i contagi avvengono ancora e ci sono ancora molte persone che si ammalano e purtroppo ancora tanti morti?

Come in tutte le situazioni, la causa, la colpa non è mai unica, ma piuttosto la combinazione di vari fattori.

Senza entrare troppo nei dettagli e nello specifico io individuo alcuni fattori che concorrono a far si che i contagi ci siano ancora, in Italia come in tutto il resto del mondo o quasi.

Tutte le regole, le restrizioni e le imposizioni a cui devono, da oltre un anno, sottostare i cittadini italiani, sono stabilite a tavolino, ma senza aver analizzato nei dettagli le specificità delle situazioni (aziende, negozi, uffici, attività varie, spostamenti dei cittadini, vita sociale, ed altro) che sono state prese in considerazione e regolate da leggi e/o decreti.

Altro fattore importante è il comportamento dei cittadini, molto variegato da nord a sud, dai paesi alle grandi città, da regione a regione, e perfino differenziato dalle fasce di età.

Abbiamo visto, durante i 2 mesi di “chiusure” dell’anno scorso, che la popolazione bene o male ha rispettato le regole, si evitavano gli assembramenti, si rinunciava a fare attività sportive, di andare al bar o al ristorante, andare in piscina od in palestra, chiusi i teatri ed i luoghi di intrattenimento, le chiese e perfino le scuole.

Dopo 2 mesi di chiusure, forse anche favoriti dal clima, i contagi si erano ridotti di molto.

Purtroppo ad ottobre/novembre i contagi sono tornati ad essere tanti, con le conseguenze che conosciamo.

Allora cosa è successo.

Secondo me, le disposizioni (regole, restrizioni, ecc. non erano efficaci e in molti casi esagerate ed incomprensibili per i soggetti che venivano interessati), in altri casi troppo blande o addirittura inesistenti.

Penso infatti ai sistemi di trasporto, dove in gran parte sono stati imposti forti riduzioni del numero di persone trasportate, ma in molti casi non applicati o non previsti, per cui abbiamo visto, treni, metropolitane, autobus, stipati di persone, creando quindi situazioni molto favorevoli al contagio.

Io ad inizio febbraio  (2021) sono stato ricoverato all’ospedale di Biella a causa del COVID 19 che mi ha portato la polmonite. Dopo 3 settimane di ricovero sono tornato a causa e ho trascorso ca 2 settimane chiuso in casa per fare convalescenza e rimettermi in sesto per poter poi riprendere le mie attività.

Da alcuni mesi avevo l’idea di scrivere qualcosa a proposito della pandemia COVID 19, ma non avevo il tempo di concentrarmi e scrivere qualcosa.

Durante il ricovero in ospedale ho avuto molto tempo per pensare; dopo qualche giorno dall’inizio del ricovero, cominciai a scrivere degli appunti su argomenti vari e sul COVID 19.

Ora partendo da quegli appunti scriverò su questa pagina.

VALUTAZIONI ED EFFETTI DELLA PANDEMIA

Aspetti sanitari, Sociali, ed economici, ripercussioni di vario genere.

Sono trascorsi circa 14 mesi dalla scoperta dell’esistenza di una pandemia, chiamata COVID 19 e ancora oggi non si è riusciti a sconfiggerla.

Nei mesi di marzo ed aprile del 2020, l’Italia ha affrontato la pandemia con regole molto severe ed una dura chiusura (il “Lockdown”) di quasi tutte le attività. I cittadini sono stati responsabili ed attenti ad osservare regole ed obblighi. Dopo 2 mesi di chiusure le aziende hanno ripreso con molti sacrifici le loro quasi normali attività lavorative.

Sembrava che il virus fosse quasi scomparso, ma c’era chi diceva che ci sarebbe stata la seconda “ondata”. Purtroppo, dopo qualche mese di rallentamento dei contagi, sul finire dell’estate – inizio autunno i contagi sono ripresi in modo considerevole e ciò ha fatto si che il governo abbia imposto un nuovo lungo e pesante periodo di chiusura.

Ora se si guardano i numeri dei contagi, degli ospedalizzati e dei morti, dobbiamo constatare che la situazione rispetto a 12 mesi prima è migliorata ma di poco, oggi non c’è più emergenza e criticità delle strutture sanitarie (salvo in qualche area), però la situazione della pandemia è ancora molto preoccupante.

Facendo il punto della situazione:

  1. Sono trascorsi circa 14 mesi dall’inizio (a Marzo 2021);
  2. Molte aziende italiano hanno dovuto chiudere le loro attività per molti mesi ed alcuni restano ancora chiuse, con perdite di fatturato cospicue;
  3. I contagi seppur calati sono ancora preoccupanti, come del resto il numero degli ospedalizzati ed il numero dei morti;
  4. Il governo ha promesso “ristori” per le aziende costrette alla chiusura, ma ancora oggi sono in tanti ad aspettare di ricevere dei fondi, che sono poi veramente poco e certamente molto insufficienti per dare respiro alle attività e poter proseguire nel loro lavoro.
  5. A gennaio 2021 sono finalmente arrivati i primi vaccini e si è incominciato a vaccinare i cittadini, ma molto lentamente; se si continua a vaccinare con questa lentezza, forse finiremo alla fine del 2022. Bisognerebbe arrivare a vaccinare 400.000/500.000 persone tutti i giorni.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Nessuno lo sa, si possono fare delle previsioni molto grossolane, ma certezze non c’è ne sono.

Se si riuscisse vaccinare 400.000/500.000 persone al giorno per la fine dell’estate si raggiungerebbe la vaccinazione della quasi totalità della popolazione quindi abbassando moltissimo i rischi di contagio o addirittura eliminandoli completamente.

Per quanto riguarda le cure sono tutt’ora ancora “sperimentali”, consolidate ma non definitive ed uniformemente applicate, occorre quanto prima arrivare a delle cure protocollate e sicure.

In definitiva non ci resta che aspettare ed essere fiduciosi.

Ultima cosa.

Tutti quanti dobbiamo essere responsabili e comportarci in modo da ridurre i contagi, quindi osservare le distanze, portare la mascherina e non fare assembramenti e non frequentare luoghi affollati.

IL RUOLO DELL’EUROPA NELLA LOTTA CONTRO LA PANDEMIA COVID 19.

Pratiche comuni e strategie comunitarie concordate, intenti comuni e non sovra nazionalisti.

I responsabili politici Europei devono co-ordinarsi e creare delle “TASK FORCE” di super esperti in vari campi che dovranno co – ordinarsi gli uni con gli altri per elaborare strategie con intenti comuni per sconfiggere quanto prima questo terribile virus che causa una pandemia mondiale che ci sta distruggendo.

Si devono formare dei gruppi di esperti in vari campi: tecnici, scientifici, sociali, economici ed altre materie.

L’elenco indicativamente potrebbe essere:

esperti virologi, esperti in gestione di attività sanitarie, esperti in attività sociali, esperti con buone conoscenze in gestione di varie attività economiche (piccole imprese, negozi, servizi, turismo, trasporti, intrattenimento, attività sportive e fitness, ecc. ecc.).

Per ogni tipologia di attività dovranno essere costituiti dei comitati di valutazione per definire le regole per consentire il quasi “normale svolgimento del loro lavoro”, nel massimo rispetto delle disposizioni anti-contagio e poter svolgere l’attività in modo sufficientemente proficuo ed evitare ulteriori aggravi di danni economici con il forse inevitabile fallimento / chiusure definitive di molte attività economiche.

I paesi europei per uscire al più presto dalla pandemia COVID19 limitando i danni che ne derivano a ciascun paese, sia per l’aspetto socio sanitario, quello economico finanziario, ma anche di politica interna ed internazionale, devono sicuramente concentrarsi sullo studio e ricerca di provvedimenti comuni “concertati”.

Cosa intendo dire?

Tutti i “paesi” dovranno creare, se già non ne sono provvisti, delle organizzazioni che a “tavolino” elaborino dei piani “comuni” mirati per combattere la pandemia; quindi non come è più o meno avvenuto sino ad oggi (Febbraio/marzo 2021) che ogni stato ha voluto o si è ritenuto autonomo, autosufficiente, il più furbo di tutti e persino di essere il migliore.

Certamente i loro politici si sono dimenticati che l’Europa (ovvero il vecchio continente) è ormai una delle aree della terra più globalizzate, dove ogni stato è fortemente interconnesso con gli altri, in qualsiasi campo, attività e nella politica. Oggi il numero dei paesi Europei è di 27 (dopo l’uscita del Regno Unito) e costituiscono un corpo “Economico – Politico – Sociale” di grande dimensione, ovviamente in competizione ed antagonismo con altre situazioni di globalizzazione presenti sul globo, come “gli Stati Uniti  d’America” e la Cina che fortemente si contrappongono alla nostra Europa.

Ogni paese – stato della “grande Europa” deve avere “a cuore” il bene, lo sviluppo sociale ed economico dei suoi cittadini, ma anche essere lungimirante nel considerare il fatto che nella “globalizzazione del 3° millennio” ogni paese europeo, anche il più piccolo deve essere protetto contro manovre di imposizioni, chiusure, restrizioni, sanzioni, di altri paesi che facilmente porterebbero alla disfatta cioè fallimento economico e sociale di quel paese.

Quindi è dovere di tutti gli stati europei di fare forza comune, di unirsi e sostenersi, affinchè nessun paese tenti di sovrastare un altro paese, che sicuramente porterebbe alla rovina il paese “vittima” ma certamente ciò rischierebbe di trascinare altri paesi verso il baratro con conseguenze paurose per tutta l’Europa.



RILEVAZIONE E GESTIONE DEI DATI RELATIVI AL COVID 19

Nella gestione della “Pandemia COVID 19” la questione del rilevamento e trattamento dei dati relativi è di fondamentale importanza.

Ma quali sono i datti da raccogliere e trattare?

Innanzi tutto quando viene effettuato un tampone per accertarne la positività / negatività del soggetto al COCVID 19, si dovrebbero registrare:

  • Dati anagrafici del soggetto (data di nascita, luogo di residenza, luogo abituale di lavoro, se lavoro a rischio, utilizzo frequente dimezzi di trasporto pubblico, persone con cui vive, ecc, ecc), se ha fatto precedenti tamponi, risultato del tampone, se possibile causa e luogo presunto di contagio.

Comprendo che una tale mole di dati sia impegnativo da gestire, oltre a creare difficoltà per questioni di privacy, ma tutti devono comprendere, che si tratta di “lavoro” per arrivare al più presto a debellare questo terribile virus!

I dati rilevati in relazione ai tamponi effettuati, inseriti in un “grande database nazionale, dovranno essere disponibili per degli operatori che provvederanno alle elaborazioni e alla comunicazione (attraverso i media) ai cittadini per dare informazioni sulla situazione dei contagi – Pandemia

Si potranno così avere tante informazioni utili per creare delle strategie di lotta alla “Pandemia” ed alla definitiva “sconfitta del Virus”.

I dati da raccogliere ed elaborare, per poi essere comunicati “ai cittadini” come informazioni sull’andamento, dovrebbero essere (in forma schematica):

  1. Popolazione territoriale – PT  (Nazione, Regioni, province, e comuni): numero di persone
  2. Numero tamponi giornaliero – TGP (Tamponi giornalieri processati) –  (riferito alla popolazione di riferimento del territorio (Nazione, Regione, provincia , comune;
  3. Numero di nuovi soggetti positivi – NSP –  sempre con specifico riferimento ad una certa area territoriale;
  4. Rapporto tra popolazione e numero di nuovi positivi, cioè Indice di contagio giornaliero (ICG), sempre riferito ad un certo territorio.
  5. Rapporto tra Indici di contagio giornalieri di 2 o più giorni consecutivi ICG1/ICG2 che da l’indice di Variazione dei contagi (IVC); questo dovrebbe essere un indice molto significativo che evidenzia “L’andamento” dei contagi.

TEST SU PICCOLE “AREE TERRITORIALI”

I dati raccolti ed elaborati, come al punto precedente, riferiti a piccoli enti territoriali (province, comuni) dovranno servire come test e sperimentazione per piccole realtà territoriali con grado moderato di contagio e fare delle simulazioni mirate per capire in quale modo il contagio può essere “contenuto”, limitando i disastrosi effetti.

I risultati ottenuti, attentamente analizzati e valutati potranno quindi essere applicati su realtà territoriali più ampie.

E’ evidente che per quelle zone dove il contagio è molto basso le restrizioni saranno “limitate”, consentendo alle attività lavorative di quella zona di svolgere il loro lavoro in modo quasi normale.

EFFETTI SOCIALI ED ECONOMICI DELLE “CHIUSURE”

Gli effetti sociali ed economici delle “chiusure”, se si protrarranno ancora per mesi, saranno devastanti e non solo dal punto di vista economico-

Con il perdurare delle “chiusure”, molti operatori economici si troveranno nella inevitabile necessità di modificare i loro servizi – prodotti, cercando di risparmiare (o ridurre i costi)  i costi di gestione della sicurezza per poter offrire ai loro clienti  “prodotti / servizi” a costi più accessibili pregiudicando inevitabilmente la sicurezza anti contagio.

Questo comportamento sarà inevitabile, per molte attività, se vogliono sopravvivere!

Sarà quindi indispensabile che il governo – lo stato si attivi per sostenere in modo adeguato il lavoro delle aziende – imprese Italiane.

E’ in gioco in modo molto pesante la “sopravvivenza” di gran parte del tessuto economico Italiano e non solo.

Ma cosa potrà succedere?

Ipotizziamo “un ristorante”, che dopo aver investito (speso tanti soldi) per adeguarsi alle norme e restrizioni imposte, con conseguente calo della clientela (e del fatturato), e dopo aver dovuto ridurre gli orari di apertura del locale od addirittura “chiudere”, dopo mesi, e senza aver ricevuto adeguati aiuti /sostegni economici da parte dello stato, si troverà in notevoli difficoltà economiche, anche perché a fronte di forte contrazione degli incassi, dovrà comunque pagare gli stipendi al personale, tutte le spese fisse del locale (affitti, energia elettrica, riscaldamento ed altro), ma anche le tasse, che lo stato nonostante tutto si ostina a pretendere; ma uno come fa?

Al ristoratore restano quindi poche possibilità, ovvero: chiudere definitivamente il locale (sperando di riuscire a pagare eventuali debiti in corso, vendere il locale, ridurre il personale, decretare il fallimento.

Magari questo ristoratore ha investito nell’attività i risparmi di decenni di lavoro, e così dopo aver lavorato una vita si ritrova con le tasche vuote e forse anche dei debiti che non sarà in grado di pagare.

STESURA PROTOCOLLI DI SICUREZZA

E’ indiscutibile che in questa “critica” situazione, ognuno (operatore economico, sociale, negoziante, imprenditore, responsabile di uffici, fornitore di servizi , ecc., ecc.) debba fare la sua parte al meglio e dia il suo contributo, fornendo le proprie conoscenze /esperienze nel suo mondo.

Le associazioni di categoria dovranno, di concerto con i loro iscritti, aderenti scrivere dei “Protocolli di Sicurezza” per definire regole precise e sensate, avendo cura di bilanciare gli effetti delle restrizioni con le gravi ripercussioni sul lavoro di tutti.

VACCINAZIONI

La questione dei vaccini è di grandissima importanza per cui la vaccinazione dovrà essere gestita nei migliori dei modi ed in tempi veloci.

Non bisogna perdere tempo, “su questo fronte”, è assolutamente importante fare in fretta ed arrivare al più presto ad una massa di vaccinati per raggiungere un numero tale per cui i contagi si ridurranno quasi a zero e di conseguenza limitare le restrizioni.

La vaccinazione di massa non potrà di certo essere ottenuta in tempi brevi, ma occorre attivarsi per farlo nel modo più rapido possibile con organizzazione ed efficienza.

Sarà un lavoro molto lungo ed impegnativo ma estremamente necessario.

Fare delle previsioni sulle tempistiche per il raggiungimento della vaccinazione “di massa” è quasi impossibile, ma bisogna attivare tutte le strutture che possono partecipare e prestare il loro lavoro, ed organizzare l’operatività.

Considerazioni sulle vaccinazioni.

A mio io parere la vaccinazione non sarà l’unica, esclusiva e risolutiva soluzione della pandemia ma certamente un grosso aiuto. Purtroppo, al momento non ho dati aggiornati sugli andamenti dei vaccinati, ovvero grado di efficacia, durata dell’efficacia, effetti.